Il tiramisù è un dolce veneto, in particolare di origine trevigiana (in Veneto tirame sù). È un dessert al cucchiaio a base di savoiardi o altri biscotti di consistenza friabile inzuppati nel caffè, mascarpone e uova.
La ricetta del tiramisù non è presente nei libri di cucina precedenti agli anni sessante. Ciò consente di supporre che il tiramisù come lo si conosce ora sia una recente invenzione.
Elemento ulteriore è la mancata identificazione del dolce nelle
enciclopedie e dizionari degli anni Settanta e Ottanta dello scorso
secolo. Il dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti fa risalire la prima menzione del nome al 1980.
Tra i dolci della tradizione pasticcera il tiramisù presenta delle
similitudini con alcuni dolci in particolare con la charlotte composta
da una crema bavarese circondata da una corona di savoiardi e ricoperta
da una guarnitura, con la zuppa inglese composta da strati di savoiardi
inzuppati nell’alkermers e/o rosolio e crema pasticciera e la Bavarese
Lombarda con la quale presenta affinità per la preparazione e la
presenza di alcuni ingredienti come i savoiardi ed i tuorli d’uovo
(assodati e non crudi in quest'ultima). Nella bavarese vengono
utilizzati anche il burro ed il rosolio (o alkermes), ma non il
mascarpone e il caffè.
Giuseppe Maffioli (1925-1985) esperto enogastronomo nel 1981 nella rivista "Vin Veneto:
rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanità del
Veneto" storicizza la creazione del dolce verso la fine degli anni 60
"poco più di due lustri or sono" localizzandolo presso il ristorante
“Alle Beccherie” di Treviso gestito dalla famiglia Campeol ad opera di
un cuoco pasticciere che aveva lavorato in Germania, Roberto “Loly”
Linguanotto il quale voleva ricreare delle tipologie di dolci visti
nella sua esperienza all'estero.
Il nome del dolce in veneto “tiramesù” poi italianizzato in “tiramisù”,
sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici
anche se altri affermano maliziosamente che il nome sia dovuto a
presunti effetti afrodisiaci. Il Maffioli identificava il tiramisù tra i
dolci al cucchiaio di stampo asburgico anche se, sostanzialmente, lo
definiva come una variante della zuppa inglese. La sua diffusione è stata rapida sia nel Veneto che in tutta Italia.
Il Linguanotto in una intervista afferma che la prima ricetta deriverebbe dallo “sbatudin” un composto
di tuorlo d’uovo sbattuto con lo zucchero utilizzato comunemente dalle
famiglie contadine come “ricostituente” a cui venne semplicemente
aggiunto del mascarpone. Una ricetta del tiramisù si può trovare nel
libro "I dolci del Veneto" di Giovanni Capnist del 1983 anche se il
dolce non è indicato con il suo famoso nome.
Ulteriori conferme alla storicità e localizzazione del dolce possono
essere ritrovate anche in testi più recenti come "Cucina e tradizioni
del Veneto" (testo per istituti alberghieri), anch’esso localizza la
creazione del dolce presso il ristorante "Beccherie" di Treviso da parte
di un cuoco con precedenti esperienze mitteleuropee, il testo presenta
maggiori incertezze per il collocamento temporale "dell'invenzione"
individuato “nell’immediato dopoguerra”, nel libro “L’Italia dei dolci”
edito dal Touring Club Italiano nella sezione relativa alla regione
Veneto il tiramisù viene definito "dolce moderno per eccellenza" ed
oramai diffuso in tutto il mondo. L'origine veneta del dolce viene più genericamente affermata anche da enciclopedie e vocabolari. Il lemma tiramisù viene identificato come di origine veneta nel testo "Le parole dialettali" di Paolo Zolli del 1986.
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